L’animale che è in me: le emozioni nelle persone e negli animali.

Quando parliamo di emozioni stiamo parlando di fenomeni fisici che non parlano il linguaggio delle parole ma che si esprimono attraverso il corpo. Fenomeni che l’essere umano, nel tentativo di comprendere meglio se stesso, ha sempre osservato e studiato anche nel mondo animale.

Infatti le emozioni emergono proprio dalla nostra parte animale, quella parte di noi preverbale, più impulsiva e reattiva, guidata dalle regioni sottocorticali del nostro cervello, regioni che condividiamo con gli altri mammiferi e che consentono al corpo di regolare l’omeostasi e alla mente di guidare comportamenti necessari alla sopravvivenza.

Ma cosa sono le emozioni?

Potremmo definire le emozioni delle scariche energetiche e biochimiche che connettono la mente al corpo, e quindi fenomeni alla base dell’unità psicosomatica dell’essere vivente, sia umano che animale.

Le emozioni ci consentono di funzionare in questo mondo, avvicinandoci a ciò che è piacevole per noi ed allontanandoci da ciò che ci produce disagio e dolore. In questo modo permettono di preservare il funzionamento unitario ed armonico nel nostro organismo.

Darwin nel suo celebre scritto sulla “Espressione delle Emozioni nell’Uomo e negli Animali (The Expression of the Emotions in Man and Animals) spiegava come le emozioni sono universali. Si tratta di dati che nel tempo hanno trovato piena conferma scientifica sia negli studi di Paul Ekman sulle espressioni facciali, sia nelle tecniche di neuroimaging e negli studi di neurofisiologia, attraverso i quali si è potuto verificare che le emozioni sono veri e propri fenomeni corporei, con precisi pattern di scarico.

Sia nelle persone che negli altri animali le emozioni controllano l’intero organismo, dal funzionamento cardiaco e respiratorio, al sistema endocrino, immunitario e digerente.

Le neuroscienze, la PNEI e l’epigenetica dimostrano la totale unità tra mente e corpo e il ruolo centrale che le emozioni svolgono sulla salute.

Pertanto, un’adeguata comprensione e gestione delle emozioni è un passo necessario per la tutela e la promozione del benessere sia umano che di quello animale.

Per capire bene come le emozioni appartengano a un’evoluzione che condividiamo con il regno animale è sufficiente immaginare una situazione in cui siamo in compagnia di un animale e ad un certo punto entrambi percepiamo un pericolo improvviso.

É facile notare che in questa situazione entrambi entriamo in uno stato di allerta. Le aree rettilinee e libiche dei nostri cervelli attiveranno tutte le risorse per permetterci di reagire immediatamente secondo schemi e comportamenti che nel corso dell’evoluzione si sono conservati e si sono trasmessi nella specie proprio perché risultati utili alla sopravvivenza.

Come esseri umani nasciamo già con tutta una serie di automatismi ereditati dalla nostra evoluzione da paleomammiferi a neomammiferi, gestiti dalle aree sottocorticali del cervello responsabili delle reazioni istintive ed emotive, cioè quelle reazioni che devono avvenire rapidamente per metterci in salvo.

Proprio perché queste reazioni per metterci in salvo non hanno il tempo di passare attraverso le aree neocorticali che ci consentirebbero di prenderne coscienza, costituiscono il nostro pilota automatico, attraverso il quale gestiamo la maggior parte delle nostre azioni.

Il neuroscienziato statunitense Joseph LeDoux ha osservato che se siamo in un bosco e vediamo una corda per terra, il nostro cervello reagirà automaticamente come se si trattasse di un serpente. Come in tutti i mammiferi, lo stimolo segue una via rapida per giungere subito all’amigdala che attiverà un’emozione di paura e una reazione di “lotta o fuga”, senza passare per la corteccia e quindi per la consapevolezza.

Se siamo nella foresta e sentiamo l’avvicinarsi di qualcuno che crediamo che vuole attaccarci, il nostro corpo reagisce all’ambiente come farebbe il corpo di ogni altro mammifero davanti a un pericolo: ci fermiamo per evitare di essere notati e osserviamo attentamente cosa succede. Subito dopo siamo già pronti a difendersi in modo più attivo, scappando o attaccando.

Reagiamo basicamente come reagirebbe qualsiasi altro mammifero minacciato nella propria sopravvivenza

É vero che nella nostra vita moderna non siamo nella foresta, però possiamo accorgerci di questo nostro modo di funzionare anche nella nostra comune vita quotidiana. Ad esempio, se avvertiamo un forte rumore improvviso in casa è facile notare che il nostro corpo reagisce immediatamente e viene subito attraversato da una reazione fisiologica di paura, esattamente come avviene negli altri animali. E, indipendentemente dalle nostre capacità logiche e di ragionamento maggiormente sviluppate rispetto agli altri animali, in tutti questi momenti possiamo notare anche che i pensieri arrivano un pò in ritardo rispetto alle attivazioni emotive che accadono nel corpo. Il corpo reagisce subito attivando tutto ciò che è necessario per proteggerci.

La principale differenza tra noi e gli altri animali è facile notarla soprattutto una volta che lo stimolo stressante è già passato.

Infatti, mentre negli animali una volta che lo spavento è passato il loro corpo e la loro mente tornano presto allo stato iniziale e naturale di calma, a noi invece capita spesso di iniziare a pensare e riflettere tutta una serie di cose che ci allontanano totalmente dalla realtà che abbiamo di fronte, gettando legna da ardere sull’emozione stressante che abbiamo provato, mantenendola attiva.

Avvolte questo mantenimento emotivo fatto di proiezioni mentali su cose passate e future diventa addirittura costante, come nel caso dello stress cronico, nell’ansia e nella depressione. In questi casi l’emozione diventa dannosa e tossica per la nostra salute perdendo totalmente la sua funziona originale difensiva.

Quello che accade spesso nelle persone è che proprio il modo di pensare ad attivare la risposta da stress, producendo effetti sull’organismo alla pari di veri e propri pericoli esterni, attivando reazioni utili nel breve tempo ma che protratte possono danneggiare pesantemente la propria salute fisica e mentale.

Quindi, sia nelle persone che negli animali, le emozioni sono innate e sono funzionali: insorgono nelle situazioni in cui accade qualcosa di importante per il soggetto sulla base delle sue esperienze passate ereditate o acquisite, e servono a prepararlo e a motivarlo ad agire di conseguenza, mettendo immediatamente l’intero organismo nelle migliori condizioni per affrontare una determinata situazione.

Da quanto appena detto emerge un’altro aspetto delle emozioni umane e animali: le emozioni hanno anche il potere di creare delle memorie in relazione agli eventi vissuti.

Il cervello limbico-emotivo dei mammiferi è una vera e propria biblioteca delle memorie emotive, per cui se ad esempio un animale in una determinata circostanza ha vissuto un’esperienza emotiva stressante di paura o di rabbia, quando incontrerà degli stimoli che ricorderanno l’esperienza del passato attiverà in automatico quelle stesse emozioni che nel passato gli sono state utili per difendersi.

Quindi, nelle persone e negli animali il comportamento emotivo di ciascun individuo pur vedendo una predisposizione genetica di base, è fortemente legato al repertorio delle esperienze vissute e dalle emozioni sperimentate nel corso del suo sviluppo.

Ed esattamente come accade in noi esseri umani, anche negli animali la componente emotiva permea quella cognitiva, per cui le memorie emotive influenzano la percezione che si ha del mondo e, in definitiva, influenzano la personalità del soggetto.

Basti pensare all’influenza che hanno avuto su di noi le esperienze vissute con i nostri genitori soprattutto durante i nostri primi anni di vita. Ma anche quelle esperienze più precoci, ancor prima della nascita, quando eravamo nel ventre materno, hanno avuto i loro effetti nella modulazione epigenetica dei nostri aspetti emotivi.

Esattamente lo stesso accade negli animali. Abbiamo imparato queste cose osservando proprio i loro comportamenti, dopo la nascita da madri stressate o da madri che avevano ricevuto coccole e attenzioni adeguate.

Concludiamo questa breve esplorazione generale dell’affascinante mondo delle emozioni nelle persone e negli animali, osservando come, sia nelle persone che negli animali, le emozioni svolgono un ruolo fondamentale anche nella comunicazione.

Attraverso la postura, le espressioni del volto, i micromovimenti del viso, degli occhi e di quelli della coda (nel caso degli animali) noi e gli altri animali trasmettiamo le nostre emozioni e grazie alle nostre emozioni comunichiamo il nostro sentire.

Grazie all’empatia sia noi che gli animali riusciamo a cogliere le emozioni altrui e comprendere chi ci è vicino.

Ma sempre grazie all’empatia veniamo anche influenzati dalle emozioni altrui.

L’essere influenzati dalle emozioni altrui è un’aspetto in molti casi fondamentale per noi e per gli altri animali, come ad esempio nell’ambito delle cure materne, oppure per permettere a un’intero gruppo di animali di mettersi in salvo grazie al segnale di pericolo avvertito da un singolo componente.

Si tratta di fenomeni che osserviamo spesso accadere tra animali, tra persone e nell’ambito della relazione tra persone e animali. Fenomeni che consentono di comprendere meglio il potere che le emozioni hanno di connetterci con coloro che ci sono vicini, attraverso dinamiche di empatia e di risonanza emotiva.

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