In che modo la Mindfulness e la Fisica Quantistica migliorano la nostra relazione con gli animali?

In che modo la fisica quantistica e la mindfulness possono guarire il senso di separazione  e di distanza che spesso percepiamo nei confronti degli animali?

Come possono aprirci a un nuovo tipo di relazione e di connessione con loro?

Come possono aiutarci ad essere più gentili e rassicuranti nei loro confronti?

Prima di capirne i risvolti pratici nell’ambito della nostra relazione affettiva con gli animali, vediamo          innanzitutto cos’è esattamente la fisica quantistica.

La fisica quantistica o teoria dei quanti (dal latino “quantum”, quantità) è una branca della fisica che nasce dall’impossibilità di applicare la fisica classica alla realtà atomica e subatomica e che, attraverso lo studio dell’infinitamente piccolo, ci mostra il funzionamento della realtà ben oltre i limiti dei nostri organi di senso.

Innanzitutto la base di partenza che differenzia la fisica quantistica da quella classica o newtoniana (e che pone le basi di una vera e propria rivoluzione scientifica) consiste nella scoperta delle proprietà dei quanti (pacchetti indivisibili di energia senza ‘mezze porzioni’).

La fisica quantistica scopre che i quanti possono esistere contemporaneamente in due forme apparentemente diverse e tra di loro contraddittorie: sia come corpuscoli che come onde di probabilità, da cui il “dualismo onda-particella”.

Successivamente, nel 1927, gli esperimenti sulla doppia fenditura eseguiti sugli elettroni da Davisson, Germer e Thomson confermano che la doppia natura, corpuscolare ed ondulatoria non riguarda solo i fotoni ma tutta la materia e, da come dimostrato da Niels Bohr, questi due aspetti della materia (corpuscolare e ondulatorio), non possono essere osservati contemporaneamente in quanto si escludono a vicenda.

Eugene Wigner, premio Nobel per la fisica nel 1963, comprese che a determinare il comportamento della realtà era un fattore soggettivo: la coscienza dell’osservatore.

Secondo il fisico John Wheeler la coscienza di chi osserva (a sua volta condizionata dai filtri mentali legati a credenze, pensieri, emozioni, memorie, apprendimenti, ecc.) “partecipa” alla creazione della realtà, sia di quello che osserviamo all’esterno, sia della realtà interna riguardante il proprio funzionamento biologico e la propria salute.

Quando ci riferiamo alla nostra relazione con gli animali questi concetti diventano molto concreti.

Infatti, quando siamo in compagnia degli animali che amiamo, anche se siamo superficialmente portati a pensare che ciò che vediamo nell’animale sia indipendente dai noi stessi, in realtà ha molto a che vedere con noi stessi, con la nostra consapevolezza e il nostro modo di essere.

E da come le neuroscienze e la psicologia dimostrano da decenni e le tradizioni contemplative da millenni, un modo efficace per aumentare il nostro grado di consapevolezza è la mindfulness.

Infatti parlando di mindfulness stiamo parlando di una pratica di consapevolezza capace di produrre in chi la pratica un modo più profondo e salutare di relazionarsi alla propria esperienza interna ed esterna e una diversa coscienza sulle cose.

Per quel che riguarda l’applicazione della mindfulness nell’ambito della nostra relazione con gli animali è bene notare che uno degli aspetti centrali della pratica di mindfulness consiste nello sviluppo di una capacità di attenzione pienamente presente e non giudicante, e che questa attitudine si rivela una qualità fondamentale nel momento in cui vogliamo conoscere qualsiasi animale abbiamo davanti, in modo libero da proiezioni personali, e quindi co-creare con lui una relazione autentica.

Quindi, di fronte alla tendenza naturale della nostra mente di essere in balia di distrazioni, identificazioni e pattern automatici che tendono a ripetersi e che ci allontanano dal momento presente e dal modo in cui gli animali fanno esperienza del mondo, la pratica di mindfulness può aiutarci molto.

Durante i percorsi di Relazione Umano-Animale Basata sulla Mindfulness (MBHAR) che tengo in diverse parti del mondo, gli esercizi di mindfulness che propongo assieme alle riflessioni di gruppo sugli esercizi svolti aiutano a portare a galla gli schemi interni condivisi e i programmi mentali automatici che alimentano la nostra reattività e il nostro stress.

Se i nostri schemi restano velati o occulti dietro le quinte, con il passare del tempo non cambieranno ma quanto più verranno ripetuti tanto più si rafforzeranno. Se invece verranno illuminati dai riflettori della consapevolezza inizieranno a cambiare, smettendo di esercitare la stessa presa che avevano operando nell’oscurità.

Spesso non siamo consapevoli di andare avanti per anni senza accorgerci del nostro modo abituale di funzionare, ma gli animali che abbiamo vicino ricevono costantemente i flussi di energia provenienti dal nostro corpo e dalla nostra mente. E non sarà lo stesso se questo flusso di energia è nutrito di gentilezza e amore, o da stress, critica e rabbia.

Gli animali sono estremamente sensibili alle nostre emozioni e al nostro stress e il loro comportamento spontaneo nei nostri confronti cambia in base a come noi stiamo interiormente. 

E oggi più che mai è proprio la scienza a mostrarci la capacità della mindfulness di trasformare il nostro modo di essere e le nostre relazioni, generando un’elevata coerenza interna in noi stessi e anche in coloro con i quali entriamo in relazione.

Quindi la fisica quantistica da un lato, consentendoci di capire che gran parte di ciò che sperimentiamo come esterno a noi stessi è in realtà fortemente connesso al nostro stato interno, e le pratiche di consapevolezza dall’altro, aiutandoci a sperimentare e a coltivare una condizione più libera da tensioni e disagi, possono orientarci verso una relazione con gli animali più sana e profonda.

umberto proietto

E oggi più che mai è proprio la scienza a mostrarci la capacità della mindfulness di trasformare il nostro modo di essere e le

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